26 gennaio 2016

Mini graffe aromatizzate all'arancia

Siete pronti? Cominciamo con i fritti di carnevale? E allora iniziamo con  le graffe, le soffici ciambelline fritte dolci, tipiche della cucina napoletana, il cui impasto è a base di farina e patate. A Napoli  le potete trovare in ogni periodo dell’anno, ma rimangano un dolce tipico del Carnevale, insieme alle frappe e alle  castagnole. L’origine della Graffa napoletana deriva da suo fratello tedesco il Krapfen,  inventato dalla pasticcera viennese Cecilia Krapf verso la fine del Seicento, un dolce tondeggiante ricoperto di zucchero che giunse alla corte di Napoli con gli austriaci. La versione nostrana della Graffa si diffuse in contemporanea con la Zeppole di San Guseppe, e da subito conquistò i palati più ghiotti. Morbida, forata e rigorosamente fritta, un dolce che cattura gli occhi e il gusto.Io ne sono pazzamente innamorata, sinceramente un pò tutti  a casa mia, infatti figlia e marito ne richiedono spesso, Che dirvi sono nuvole strassofici ... supergolose ...provatele! Prima di iniziare a leggere la ricetta un piccolo discorso sulla scelta delle patate per questo impasto, cercate di utilizzare  le patate a pasta bianca ricche di amido e farinose. Comunque, se non ne trovate, usate sempre patate vecchie, infatti, quelle nuove, essendo raccolte ancora immature, contengono poco amido e sono ricche di acqua, una condizione che durante la lavorazione dei questo impasto (un pò come quello per gli gnocchi) richiederebbe l’aggiunta di molta farina  e le graffe perderebbero la loro classica sofficità. Istruzioni generali date, e allora passiamo alla ricetta e  .... buona frittura!!!!


23 gennaio 2016

Senza uova ... una brioche, tre stellette e una greca

Generale dietro la collina
ci sta la notte crucca ed assassina
e in mezzo al prato c'è una contadina
curva sul tramonto sembra una bambina
di cinquant'anni e di cinque figli
venuti al mondo come conigli
partiti al mondo come soldati
e non ancora tornati.
Generale dietro la stazione
lo vedi il treno che portava al sole
non fa più fermate neanche per pisciare
si va dritti a casa senza più pensare
che la guerra è bella anche se fa male
che torneremo ancora a cantare
e a farci fare l'amore, l'amore
dalle infermiere.
Generale la guerra è finita
il nemico è scappato, è vinto, è battuto
dietro la collina non c'è più nessuno
solo aghi di pino e silenzio e funghi
buoni da mangiare buoni da seccare
da farci il sugo quando viene Natale
quando i bambini piangono e a dormire non
ci vogliono andare.
Generale queste cinque stelle
queste cinque lacrime sulla mia pelle
che senso hanno dentro al rumore
di questo treno
che è mezzo vuoto e mezzo pieno
e va veloce verso il ritorno
tra due minuti è quasi giorno, è quasi casa,
è quasi amore.
F.De Gregori

Quando De Gregori scrisse questa canzone non ti conoscevo, e non ti avrei incontrato ancora per molti anni, ma da quando sei entrato nella mia vita sei stato subito un punto di riferimento importante, e da quando mio padre è morto sei stato sempre presente per me. Praticamente un altro padre. Sei stato l’unico nonno che mia figlia abbia mai conosciuto, ma sei stato un super nonno, coccoloso  e protettivo, le hai insegnato a camminare … quante ore hai passato su e giù per quel corridoio con la schiena curva a tenere le sue manine e a vederla sgambettare felice, e poi al mare quando le hai insegnato ad andare in bicicletta, quanti bagni fatti insieme, quanti castelli di sabbia, quanti cuccioli feriti raccolti e curati e quante piantine innaffiate … quante lacrime mie hai asciugato, quante ansie hai placato e quanti consigli hai elargito, quanti regali mi hai fatto, li conservo ancora tutti! Me lo dicevi spesso che ero una nuora speciale e io ti dicevo spesso che eri un suocero speciale. Nella vita bisognerebbe sempre dire alle persone a cui teniamo quanto gli vogliamo bene, perché purtroppo  nessuno ci avverte quando non avremo più il tempo per farlo. Son passati tanti anni ormai,  ma tu sei sempre qui in un posticino del mio cuore. In una fredda giornata di gennaio te ne sei andato e in una fredda giornata di gennaio il mio pensiero corre a te. Non ti dimenticherò mai Generale! 


19 gennaio 2016

Hot milk chocolate cake

Incredibile, una cioccodipendente come me che sono mesi che non posta una torta al cioccolato! Non che non ne abbia fatte, giammai! Almeno una a settimana, magari di quelle semplici da credenza, ma a casa mia non si vive senza cioccolata e dolci cioccolatosi! Non so perchè è trascorso tanto tempo dall'ultima torta al cioccolato, magari ho sfornato dolci che avevo già pubblicato oppure non ho avuto tempo e modo di fare delle foto presentabili. Boh! Comunque eccomi qui a rimediare con una torta deliziosa e semplicissima, che mia figlia richiede spesso, sia nella versione bianca, la ricetta la trovate qui,  sia in questa versione al cacao. Niente di nuovo o di originale sotto al sole, ma l’originale in cucina è difficile, tutti hanno già fatto tutto, quello che conta sono le ricette sicure, quelle che puoi infornare tranquilla, senza ansia per il  risultato finale. Il più bel complimento che ho ricevuto la scorsa settimana, viaggia di pari passo con il motivo per cui ho aperto questo blog, la condivisione, quella pura e semplice. Sono stata felice, aprendo FB, di trovare il messaggio di un’amica virtuale, anche lei blogger da tanti anni,  che aveva appena sfornato un mio dolce e mi  ringraziava  perché ancora una volta poteva confermare che le mie ricette erano a colpo sicuro! Nessun complimento per me è meglio di questo! Io cucino semplicemente per la mia famiglia e per i miei amici, cucino  non per apparire o per meravigliare, ma semplicemente perchè mi piace. Pubblico ricette di casa, fatte realmente nella mia cucina, assaggiate e valutate degne di essere condivise. Vi pare di captare una nota un pochino polemica? Si è vero, ma sapeste quante ricette e quante foodblogger “sola” ( per chi non è di Roma, leggi fregatura) ci sono in giro, e quante volte soprattutto tra i ragazzi ho sentito vocine scoraggiate dire " la foto era bellissima, mi sono messa di impegno, ma il dolce è venuto pessimo sarà colpa mia  o magari del forno della cosa dove sto" ( discorsi di universitari fuori sede che girovagano nella mia vita). Poi magari cambiano ricetta ed improvvisamente si sentono futuri pasticceri o piccoli chef. Forse vi sembrerà strano, ma sapeste che luce c'è nei loro occhi solo perchè sono riusciti a farsi da soli una pasta al forno o un ciambellone, e con quanto orgoglio lo raccontano alla mamma lontana e invitano gli amici a pranzo! Ovviamente la ricetta fregatura può capitare a tutti non solo ai neofiti, anche a me. Magari è più difficile, ma solo perchè dopo tanti anni di blog ormai  ho la mia rete privata di amiche blogger super sicure, so da chi copiare i dolci e da chi i salati, c'è la regina delle cheesecake e la maestra delle brioche ... e poi ci sono io la mamma cioccodipendente, che si è adottata un gruppo di matricole e mentre c'è chi giustamente si fa pagare per fare i corsi di cucina, io li faccio gratis... ma che soddisfazione guardare i loro occhi ogni volta che imparano una cosa nuova e che la ricetta gli viene bene!  


15 gennaio 2016

Risotto zucca e casciotta

No, nessun errore ortografico. Non  sto parlando di una delle tante ottime caciotte che si producono nelle varie regioni italiane, ma della Casciotta, un prodotto  esclusivamente del territorio della provincia di Pesaro-Urbino. Ovviamente siete padroni di non crederci, ma questo non è un post sponsorizzato, nessuno mi ha pagato o mi ha regalato qualcosa per farmi scrivere queste righe. Solo la mia voglia di condividere con voi una nuova piacevole scoperta e di farvi conoscere un formaggio che ho assaggaito per la prima volta   durante un week end rilassante nella deliziosa Urbino. Uno dei centri più importanti del Rinascimento italiano, di cui conserva appieno l'eredità architettonica tanto che dal 1998 proprio  il suo centro storico è stato dichiarato dall'UNESCO patrimonio dell'umanità. Se ancora non conosceto questo gioiello d'Italia, programmate una visita, Urbino vi sorprenderà e vi ammalierà passeggiando  tra le sue ripide strade, incontrerete i segni di una lunga storia artistica e culturale: dalla mole neopalladiana della Cattedrale,  al magnifico portale in travertino della chiesa di S.Domenico, dalla medievale chiesa di S.Francesco con il bel campanile gotico cuspidato e la grande pala d'altare di Federico Barocci, all'oratorio di S.Giuseppe con il famoso Presepe del Brandani, dal Palazzo Albani  alla casa natale di Raffaello... e tante tante altre cose. E poi a Urbino si mangia benissimo! E visto che ovunque vada mi porto sempre a casa qualche cibo tipico del posto, ecco qui il mio incontro con la Casciotta. La D.O.P. sancisce che la “Casciotta d’Urbino” è un prodotto le cui caratteristiche organolettiche e merceologiche derivano prevalentemente dalle condizioni ambientali e dalle consuetudini di fabbricazione esistenti nella zona di produzione,  è un formaggio grasso a pasta semicotta, ottenuto con latte di pecora intero in misura variabile da un minimo del 70 ad un massimo dell’80%, e di latte di vacca intero per il restante 20-30% proveniente da due mungiture giornaliere. Il formaggio viene sottoposto ad una pressatura manuale con tecnica caratteristica, in stampi idonei. La salatura viene effettuata a secco, ovvero alternando la salamoia alla salatura a secco. Il periodo di maturazione previsto è di 20-30 giorni in ambienti a temperatura di 10-14°C e con umidità di 80-90%. La maturazione del formaggio è piuttosto rapida e, pertanto non viene sottoposto ad ulteriore stagionatura. Per quanto riguarda il sapore è dolce, ma pieno, piacevolmente acidulino e con un inconfondibile tipica fragranza aromatica, in quanto la sua giovane vita evidenzia particolarmente la componente aromatica del latte.




12 gennaio 2016

Orange chiffon cake ... con glassa al cioccolato

Come promesso eccomi qui con un bel dolce goloso, ma sano, senza burro e pieno di vitamine, perfetto anche per chi si vuol tenere un pò a regime, magari in questo caso eviterei la colata di cioccolata ... vi assicuro che è ottimo anche in semplicità! In questo periodo i banchi del mercato traboccano di arance, in una stagione grigia e fredda come l’inverno questo ottimo frutto, con il suo bel colore e la sua forma sferica illumina le giornate come un piccolo sole e apporta al nostro organismo la tanto necessaria vitamina C. L'arancia è un vero e proprio inno alla salute, è ipocalorica, contiene l'87% circa d'acqua, ha pochi grassi e proteine, molti minerali come calcio, fosforo, potassio, ferro, selenio e soprattutto diverse vitamine fra cui oltre alla vitamina C, la A, la B1 e la B2. Essendo relativamente scarsa la presenza di zuccheri, può essere consumata con una certa tranquillità anche da persone sofferenti di diabete. È un ottimo rimedio per combattere l'affaticamento. Contiene sali minerali come il calcio, il bromo che ha un effetto calmante, il magnesio che contribuisce a mantenere l'equilibrio del sistema nervoso, il fosforo che stimola l'attività cerebrale, lo zinco che aumenta l'azione e l'efficacia delle vitamine, il rame e il ferro che prendono parte al processo di fabbricazione dei globuli rossi, lo zolfo che rafforza legamenti e tendini. Contiene anche molti polifenoli, molecole fortemente antiossidanti. È utile anche in caso di disturbi intestinali, epatici e gastrici. E come tutti gli agrumi, le arance sono utilissime al sistema immunitario. È quindi consigliabile, in questo periodo, sfruttare la natura ed approfittarne per farsi una bella cura a base di spremuta d'arancia! Per cui direi che la proposta di oggi è una colazione o una merenda perfetta: una bella fetta di questa torta all'arancia resa golosissima dalla copertura al cioccolato ed un bel bicchiere di spremuta, che ne dite?


7 gennaio 2016

Vellutata di lenticchie di Castelluccio

Epifania tutte le feste porta via  e purtroppo per i bambini e per fortuna per molti adulti è proprio così! Dopo il 6 Gennaio si torna tutti alla routine quotidiana chi a scuola e chi a lavoro e anche alle normali abitudini alimentari, archiviando panettoni, pandori, torroni e quant'altro. Ma non vi rattristate troppo, voi golosoni, perchè tra poco si ricomincia e questa volta con i fritti carnevaleschi!!! Quest'anno  avremo una Pasqua bassa, come si suol dire, e di conseguenza un carnevale molto vicino alle feste natalizie, infatti martedì grasso sarà il  9 febbraio … solo tra poco più di un mese! Ora non so per voi,  ma  per me questo vuol dire un periodo di dieta veramente rigida, altrimenti come potrei poi godere di un qualche sfiziosissimo e golosissimo dolcino fritto tipico di carnevale, ottimo, ma tanto tanto calorico?  Anche se non sono il tipo da abbuffate, troppi pranzi e cene natalizie eccessivamente generose di pietanze  hanno fatto arrabbiare la mia bilancia ed ora mi devo rimettere a regime. Non vi preoccupate lettori e lettrici golosi non smetterò mai di fare dolci, non è proprio nelle mie corde, ma diciamo che cercherò di alternare i post golosi con qualche ricettina molto  sana  e leggera.






4 gennaio 2016

Ferratelle croccanti con farina di farro

Il primo post dell'anno è sempre una piccola emozione e quando si parla di emozioni si parla di amore e di famiglia e queste cialde dolci fanno parte della storia della mia famiglia. La mia mamma è abruzzese e la sua mamma anche, le ferratelle sono state da sempre i biscotti della mia merenda, me li faceva nonna direttamente con “lu ferre” sul fuoco del grande camino della cucina e me le dava con la confettura d'uva fatta in casa, l'uva del vitigno del nonno, un sapore paradisiaco che non dimenticherò mai, ma che mai riassaporerò purtroppo. Ma le ferratelle me le preparava anche la mia mamma e più modernamente me le farciva, accoppiandone due a due, con tanta nutella, una merenda che portavo a scuola sempre molto volentieri! Ma forse non tutti sanno cosa sono le ferratelle, in alcuni paesi si chiamano anche pizzelle, cancellate, neole, nevole o nivole. Comunque le chiamiate sono cialde tipiche abruzzesi cotte all’interno di un “ferro” manuale, appena incavato e a doppia piastra, che imprime una caratteristica forma, solitamente rettangolare, tondeggiante o a ventaglio, contrassegnata dalla forgiatura in rilievo con la tipica trama a rombi o cancello. Circa le origini, non ci sono fonti certe, tuttavia la tradizione di forgiare i ferri con l’incisione dello stemma del casato o le iniziali del proprietario insieme alla data di fabbricazione, risulta almeno dalla fine del ‘700, “lu ferre” era portato solitamente in dote dalla sposa ed era diffuso in buona parte delle famiglie abruzzesi.  Il discorso di portarlo in dote non si è fermato ai secoli scorsi, mia nonna inserì questo che vedete in foto, nel corredo di nozze di mia madre per esempio, mentre mia madre me ne regalò uno più moderno quando mi sposai. Ora mia madre non riesce più a cuocere le ferratelle, le fa fatica tenere il ferro sul gas, questo che vedete non è leggero come quelli moderni, è in ferro vero molto pesante e così ha deciso di regalarlo a me. In abruzzo durante le festività è tradizione preparare le ferattelle e così un pomeriggio di questi giorni di festa ci siamo messe in cucina, io e mia madre, lei impastava ed io cuocevo, ne abbiamo fatte un'infinità divertendoci e ritrovando una complicità tenerissima  che solo la cucina tra donne riesce a dare. Le ferratelle sono sempre ottime, anche con il mio ferro moderno, ma come le cuoce quest'antichità...la croccantezza che gli regala ...è inimitabile!  Ci sono varie ricette nelle famiglie abruzzesi e varie ne troverete in rete, questa è semplicemente quella che la mia bisnonna ha passato a mia nonna, che lei ha passato a mia madre e che quest'ultima ha passato a me. Ogni inizio di nuovo anno porta una speranza, io spero che un giorno la nipote di mia nipote cuocia con questo ferro delle ferratelle per i suoi figli, semplicemente, perchè si l'innovazione, si la modernizzazione, nella vita e in cucina, ma mai dimenticare la tradizione e le origini, soprattutto quelle di famiglia e mai dimenticarsi chi siamo e da dove veniamo perchè è da li che tutto ha avuto inizio.  



1 gennaio 2016

Buon anno!

Brindo alla vita
  perché vale sempre la pena di essere vissuta
 nelle giornate felici e in quelle tristi
 tra le ansie e le preoccupazioni
 tra i sorrisi e le soddisfazioni
 Brindo 
affinché questo 2016
 mi lasci tutto quello che ho
 e se proprio vuol portare qualche novità
gli chiedo serenità per la mia mamma
 e tanta salute per tutti noi
 Brindo a voi
 affinchè il nuovo anno
vi porti in dono animo leggero
tanto amore
e 365 giornate serene
Brindo al mondo
augurandomi che le nubi si diradino presto
che il cielo sopra di noi 
torni terso
che si possa ricominciare a respirare
a camminare
a volare
senza più paura del diverso
dell'ignoto
della folla
Brindiamo insieme sorridiamo e gridiamo 
viva la vita!


  


Auguri a tutti 
e che il 2016
vi porti in dono 
tutto ciò che desiderate!!!