29 novembre 2013

Vellutata di zucca allo zenzero

Contrariamente a quanto si possa pensare, la zucca, dolcissima e gustosa, è un alimento amico delle diete povere di calorie, adatta persino ai diabetici per la scarsità in termini glucidici. Apporta solamente 18 Kcal per 100 grammi di prodotto: ciò è dovuto all'ingente quantità d'acqua in essa contenuta, stimata addirittura intorno al 94,5%. I carboidrati ammontano al 3,5%, mentre le proteine, pochissime, ne costituiscono solo l'1,1%. I grassi, pressoché assenti, rappresentano circa lo 0,1%. Essendo arancione, è intuibile come la zucca sia miniera di caroteni e pro-vitamina A; inoltre, è ricca di minerali, tra cui fosforo, ferro, magnesio e potassio; buono anche il quantitativo di vitamina C e di vitamine del gruppo B. La polpa di zucca si presta  a molti impieghi in cucina: dopo averla privata della scorza - procedura piuttosto complessa perché molto dura e massiccia - la zucca può essere cotta a vapore o bollita per preparare zuppe e minestroni, ma può essere anche tagliata a cubetti e cucinata in padella come le classiche patate arrosto, aggiungendo quindi olio extravergine d'oliva, sale, pepe e rosmarino. Un altro metodo per preparare la zucca è la cottura al forno: dopo aver tagliato la zucca a metà, privata dei semi ed accuratamente lavata, può essere tagliata a spicchi e cucinata direttamente in forno. Ottima nei risotti trovate la ricetta qui e qui, può costituire anche la base per torte o dolcetti, qui trovate un esempio. Ed ora passiamo alla ricetta di oggi. Con questo freddo che improvvisamente è sceso sulla nostra penisola cosa c'è di meglio di una calda vellutata? Tanto semplice quanto buona e genuina.




26 novembre 2013

Torta con zucca, cioccolato e farina di mandorle ... senza burro

Chiudono le librerie, le piccole e le grandi, chiudono in periferia e al centro, chiudono  e la notizia mi addolora, ma  non mi sorprende, altro non è che la dimostrazione del lento declino intellettuale del nostro paese. C’è la crisi certo, ma non credo che il problema sia il denaro che manca, perché in fondo  in edizione economica un libro costa anche meno di dieci euro, ce ne sono molti anche a 5 euro e da un pò ci sono edizioni dei classici a 0,99 centesimi!  Le nostre librerie soccombono sotto i colpi di una sottocultura che anno dopo anno ha incenerito i neuroni…. l’ignoranza dilaga, ma in compenso aumentano le aperture dei centri estetici, dei negozi per tatuagi, le sale da gioco, le palestre o i centri per la ricostruzione delle unghie. Siamo tutti più belli, più magri, più abbronzati, più cool ….e  più ignoranti. Stiamo diventando esattamente come i nostri governanti ci vorrebbero. Ignoranti  e disinformati. Non dobbiamo dimenticarci che leggere è importante, non dobbiamo dimenticarci di insegnarlo ai nostri figli, di ricordarlo ai nostri amici e anche ai nostri nonni. Perché leggendo si stimola la mente, si tiene in esercizio il cervello, ma fondamentalmente si impara, si comprende, si conosce  e  l’informazione è potere.Un libro è fonte di arricchimento non solo culturale, ma anche intellettivo, sociale, etico e morale. Leggere ci rende più coscienti e consapevoli della realtà che ci circonda, meno soggetti a pregiudizi e condizionamenti e, facendoci muovere nel tempo e nello spazio, arricchisce le nostre esistenze. La lettura è  piacere, fisico e psichico poiché saper godere di una bella frase, della perfetta eloquenza di uno scrittore, dell’architettura ben progettata di un romanzo, è un piacere intellettuale e dei sensi. Ma non dobbiamo dimenticare che nella nostra società in cui l’obsolescenza delle conoscenze richiede un aggiornamento continuo, in cui i raggiungimenti della scienza e della tecnica rivoluzionano di continuo le nostre esistenze e le nostre abitudini, leggere ed aggiornarsi diventa quasi una necessità vitale, un’attività dettata dall’istinto di sopravvivenza. Certo, come scriveva Gianni Rodari, “il verbo leggere non sopporta l’imperativo”: probabilmente lettori in gran parte si nasce, ma a parer mio lettori si può anche diventare e, comunque, si possono sempre migliorare le proprie propensioni. Non credo che mia figlia sia nata lettrice, ma certo non posso neanche prendermi tutto il merito, però la strada giusta si insegna come per tutte le cose. E allora grazie amore mio per essere come sei, così fiera di essere controtendenza. Grazie a te e al tuo gruppo di amici perché mi allarga il cuore vedere un ragazzo di 17 anni che legge Dostoyeski o vedervi uscire per andare a fare il pieno alla Feltrinelli, o prestarvi libri come Orgoglio e pregiudizio e poi commentare tutti insieme l’ultimo uscito di Parcy Jakson, o consigliarmi un libro di Fabio Volo. “ Prova mamma, come dici sempre tu, mente aperta… poi se vuoi mi dirai non mi piace!" Non so voi, ma io accanto ad un buon libro in un freddo pomeriggio d'inverno accovacciata sul mio divano adoro avere un buon tè profumato ai frutti di bosco e una fetta di torta, magari come questa leggermente rivisitata da un'idea della mia dolcissima amica Aria. Ma questa torta è perfetta anche per la colazione del mattino accanto ad un buon caffè, e così ve la offro e vi ringrazio per la pazienza che avete avuto oggi nel leggere questo lungo post. Prometto che il prossimo sarà più breve :)
 

21 novembre 2013

Mafalde totani e gamberi

Mia figlia odia il pesce. Non è sempre stato così, da piccola era esattamente il contrario, viveva di sogliole, rombo,  salmone e pesce spada e non sopportava la carne a meno che non fosse macinata. Non mangiava neanche le cotolette, il che per un bambino è inaudito ed inspiegabile. Poi ad un certo punto esattamente a 11 anni ha detto basta pesce, io voglio la carne. Ed io felice pensavo che finalmente fosse arrivato il momento di una dieta più equilibrata, invece era solo l’opposto di prima. Ora mangia solo carne, di tutti i tipi, cucinata in tutti i modi, ma solo carne … però, c’è un però se il pesce è inserito in un piatto di pasta o di riso, in un qualunque tipo di primo piatto, allora quello le piace e lo mangia molto volentieri. Misteri! Ma ovviamente le mamme sono nate per essere furbe e così moooolto spesso il pesce fa coppia con la pasta sulla nostra tavola.  Oggi ad esempio vi lascio questa pasta facile e veloce, perfetta da preparare  anche al rientro da scuola. Questo primo piatto a base di pesce è molto saporito e a basso contenuto di calorie, per cui  ideale anche per chi ha problemi di linea o per chi vuole iniziare a  mangiare un pò leggero in vista delle abbuffate natalizie :)


17 novembre 2013

Chips di mela alla cannella

Per chi sta a dieta, per chi vuole mangiare salutare, per chi cerca uno snack leggero ma goloso, per uno spezza fame senza sensi di colpa, per fare sgranocchiare qualcosa di buono ai nostri bambini. Le chips di mela alla cannella sono perfette per tutti questi momenti. Sono facili da fare, solo  il tempo in forno è lungo. Quindi vi consiglio di prepararle durante il week end, quando i nostri tempi sono più lenti e magari fuori il tempo è grigio e uggioso come oggi. Servono circa 3 ore di essiccatura in forno, nel frattempo preparatevi un buon tè, prendete un buon libro e rilassatevi nel tepore della vostra casa…


15 novembre 2013

Magic ... gricia

Adolescenti, sconosciuti affamati che escono da scuola  alle 14 e pretendono di mangiare in 10 minuti, e finchè c’è mamma a casa che prepara tutto ok , ma se rientrano in una casa vuota …. metti l’acqua sul gas, aspetta che bolle, cuoci la pasta, si il condimento lo  ha lasciato “santa” mamma pronto, ma sempre quei 20/30 minuti passano prima di riuscire a mettersi a tavola e allora? Prendono un panino o un pezzo di pizza. Ma non si può mangiare tutti i giorni  a panini, soprattutto in fase di crescita  e con tutte le energie che le lunghe ore di studio richiedono. Per loro tutto deve essere semplice, facile e veloce. E allora come fare per aiutarli? La tecnologia di  Magic cooker ci da una mano. Per migliaia di anni il coperchio da cucina è rimasto invariato, tutto si è evoluto, ma non i coperchi. Ed invece ora è proprio il coperchio a fare la differenza. Ad esempio con il suo aiuto potrete preparare un piatto di pasta sporcando una sola padella senza mettere l’acqua a bollire!  Certo può diventare anche un forno o una friggitrice o una griglia, ma questa è un’altra storia che potrete andare a vedere sul loro sito oggi vi faccio vedere una pasta super veloce e squisita che con questo metodo innovativo farà la gioia di studenti e single con poco tempo e poca voglia di stare ai fornelli, ma che potranno in questo modo seguitare ad alimentarsi in maniera sana e corretta.


12 novembre 2013

Le Madeleine di Proust

“… in una giornata d’inverno, rientrando a casa, mia madre, vedendomi infreddolito, mi propose di prendere, contrariamente alla mia abitudine, un po’ di tè. Rifiutai dapprima, e poi, non so perché mutai d’avviso. Ella mandò a prendere uno di quei biscotti pienotti e corti chiamati Petites Madeleines, che paiono aver avuto come stampo la valva scanalata di una conchiglia di San Giacomo. Ed ecco, macchinalmente, oppresso dalla giornata grigia e dalla previsione di un triste domani, portai alle labbra un cucchiaino  di tè, in cui avevo inzuppato un pezzetto di madeleine. Ma nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di biscotto toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di straordinario. Un piacere delizioso m’aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa. M’aveva subito rese indifferenti le vicissitudini della vita, le sue calamità inoffensive, la sua brevità illusoria, nel modo stesso in cui agisce l’amore, colmandomi d’una essenza preziosa: o meglio questa essenza non era in me, era me stesso. Avevo cessato di sentirmi mediocre, contingente, mortale. Donde m’era potuta venire quella gioia violenta? Sentivo ch’era legata al sapore del tè e del biscotto, ma lo sorpassava incommensurabilmente, non doveva essere della stessa natura. Donde veniva? Che significava? Dove afferrarla?
(…) E ad un tratto il ricordo m’è apparso. Quel sapore era quello del pezzetto di madeleine che la domenica mattina a Combray (giacché quel giorno non uscivo prima della messa), quando andavo a salutarla nella sua camera, la zia Léonie mi offriva dopo aver bagnato nel suo infuso di tè di tiglio. La vista del biscotto, prima di assaggiarlo, non m’aveva ricordato niente; forse perché avendone visti spesso, senza mangiarli, sui vassoi dei pasticcieri, la loro immagine aveva lasciato i giorni di Combray per unirsi ad altri giorni più recenti; forse perchè di quei ricordi così a lungo abbandonati fuori della memoria, niente sopravviveva, tutto s’era disgregato; le forme – anche quelle delle conchigliette di pasta, così grassamente sensuale, sotto la sua veste a pieghe severa e devota – erano abolite, o, sonnacchiose, avevano perduto la forza d’espansione che avrebbe loro permesso di raggiungere la coscienza. Ma, quando niente sussiste d’un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, soli, più tenuti ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l’odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l’immenso edificio del ricordo.”  (Marcel Proust - Alla ricerca del tempo perduto)


8 novembre 2013

Lasagna con zucchine e prosciutto

Non so voi,  ma io ho una cartella sul Pc di ricette da fare ...stracolma!!!!!!!!! L’altro giorno ho deciso di riorganizzarla, per cui l’ho divisa in sottocartelle: antipasti, primi, secondi, dolci …di conseguenza anche solo i titoli, ma ho riletto tutto e ho ritrovato questa lasagna che avevo adocchiato da Daniela e visto che sabato scorso al mercato c’erano ancora delle zucchine bellissime (d’altronte con queste temperature estive)  non ho certo potuto esimermi dal prepararla e solo legermente modificata! Questa lasagna è stata il nostro pranzo di domenica scorsa  ed è stata  apprezzata  tantissimo da tutti!  Per cui ecco a voi la mia rivisitazione della lasagna di Dani



5 novembre 2013

I biscottini di Novara o Pavesini

Era tanto che non mi trovavo in cucina con bimbi piccoli che mi chiedessero di preparare dei biscotti, ma ieri  è venuta la mia nipotina e così per farle passare un pò di tempo e non farmi smontare casa ( è parecchio pestifera),  ci siamo messe a cucinare. Ma visto la montagna di dolcetti che ha rimediato ad Halloween ho deciso di prepararle dei biscottini golosi, ma leggerissimi e senza grassi e mentre aspettavamo la cottura le ho anche raccontato la loro storia. La volete sapere anche voi? 


I biscotti di Novara sono un prodotto molto antico, la cui vicenda è particolarmente curiosa: nonostante l’origine in ambito religioso, infatti, subiscono una svolta inaspettata e decisamente profana, divenendo addirittura l’emblema del Carnevale. La nascita si colloca intorno al XVI secolo, in un convento cittadino dove le suore avevano a disposizione non solo parecchie uova, ma anche il costosissimo zucchero nonché la pregiata farina bianca; pare che fosse usanza offrire questi delicatissimi biscotti agli alti prelati cittadini per ingraziarseli. Nell’Ottocento l’editto napoleonico che intimò la chiusura dei monasteri di fatto esauriva la produzione dei biscotti in ambito monacale. Produzione che però trovò subito nuovi spazi in ambito laico. Nel frattempo, grazie all’introduzione della barbabietola da zucchero, nella seconda metà del XIX secolo fioriscono i laboratori artigianali specializzati nella produzione del biscotto di Novara. Dopodiché la storia contemporanea di questo biscotto è cosa di dominio pubblico.Mario Pavesi, che prima della guerra gestiva in provincia di Pavia un piccolo laboratorio di pasticceria, e che durante la guerra si era dovuto riciclare come venditore di gallette per militari, a conflitto chiuso approdò a Novara e fondò  la sua nuova azienda, indirizzandola in chiave industriale: nel 1948 vennero commercializzati i “trentadue biscotti in un etto”, al prezzo simbolico di cento lire. Ne risulteranno rivoluzionati la linea produttiva, l’estetica e la stessa confezione: per la prima volta i biscotti di Novara, tradizionalmente venduti sfusi,  venivano proposti confezionati nei noti pacchetti dei Pavesini.

2 novembre 2013

Per te papà... Torta con ricotta e polpa di cachi

Sono 18 anni che non sei più qui con me, ma ancora quando parlo di te i miei occhi si gonfiano di lacrime. Non sono più la tua piccola principessa, ormai sono la mamma di una principessa, che purtroppo non hai mai conosciuto, ma io le ho parlato tanto e sempre del suo dolce e meraviglioso nonno e sono riuscita così a creare in lei un sentimento di affetto  ed un legame con il suo angelo custode. Perché Tu sei sempre qui accanto a noi, sei il nostro angelo! Parlo ancora con te quando ho un problema … lo so è stupido ed illogico, è irrazionale, ma a me fa bene. Per cui seguiterò. Mi manchi terribilmente, ancora ...e mi mancherai per sempre. Il dolore passa è vero, ma il vuoto nel cuore rimane, il nostro era un rapporto speciale….e tu sei riuscito a dimostrarmelo anche …. dopo.  Questo è un luogo virtuale per cui perfetto per lasciarti una fetta di torta. Il mio papà golosone, hai sempre avuto un debole per i dolci…un gran debole! E ti è sempre piaciuto essere  l’assaggiatore dei  miei esperimenti,  sorrido ancora al ricordo del mio risotto al curry … avevo 16 anni era terribile eppure tu con un sorriso mi hai detto” non mollare mai piccola, insisti vedrai che la prossima volta sarà perfetto” . Anche questa torta è un esperimento.... virtualmente per te <3